Alternative vegan e sostenibili alla vera pelle: la nuova frontiera della moda è l’innovazione
La sostenibilità ambientale è una delle più grandi sfide che l’umanità deve oggi affrontare: occorre ritrovare un rapporto equilibrato con l’ambiente dopo che lo sfruttamento delle risorse ha portato alla distruzione di ecosistemi che scopriamo via via sempre più fragili.
L’industria della moda risulta uno dei settori più inquinanti: in special modo dopo la nascita della fast fashion che produce più di 50 collezioni in un anno contro le 4, una per ogni stagione, a cui eravamo abituati.
Nel 2020, il settore tessile è stato la terza fonte di degrado delle risorse idriche e dell'uso del suolo. In quell'anno, sono stati necessari in media nove metri cubi di acqua, 400 metri quadrati di terreno e 391 chilogrammi di materie prime per fornire abiti e scarpe per ogni cittadino dell'UE.
In questo quadro desolante, si inserisce anche la produzione di borse e accessori, in particolar modo se prodotti in vera pelle, il cui processo di conciatura è altamente inquinante.
In questo articolo andremo a vedere nel dettaglio le problematiche ambientali legate alla vera pelle, le alternative possibili e infine motiveremo perché, fra questi materiali vegan, abbiamo scelto di utilizzare il telone nei camionper nostra produzione.
La vera pelle è “naturale” ma non amica della natura
Nonostante la vera pella sia idealmente associata a qualcosa di naturale, non è per niente amica dell’ambiente: con lo stupore di alcuni, secondo Assomac (Associazione Nazionale dei Costruttori italiani di tecnologie per calzature, pelletteria e concerie), il carico inquinante dell'attività conciaria è stimato essere il 50% in più in peso rispetto al peso delle pelli sintetiche.
Non sempre l’industria conciaria ottiene la pelle come materiale di scarto di animali allevati per fini alimentari, come nel caso di bovini e ovini (cuccioli e adulti). Essa utilizza pelli anche di capre, cavalli, uccelli, struzzi e altri animali, anche esotici, come canguri, alligatori, pitoni e altri rettili.
Ecco una panoramica delle principali problematiche legate alla vera pelle:
1. Deforestazione e uso del suolo
L'allevamento intensivo di bestiame per la produzione di pelli richiede vasti terreni, spesso ottenuti tramite la deforestazione, con conseguente perdita di habitat naturali, alla diminuzione della biodiversità e all'aumento delle emissioni di gas serra.
2. Emissioni di gas serra
Gli allevamenti intensivi producono enormi quantità di escrementi animali, che causano la produzione di gas serra più pericolosi dell’anidride carbonica, come l’ammoniaca e il metano, in quanto persistono più a lungo nell’atmosfera e hanno una maggiore capacità climalterante rispetto ai gas serra generati dalla combustione delle fonti fossili.
Secondo uno studio dell’ISPRA, gli allevamenti causano il 79% delle emissioni di gas serra nel settore dell’agricoltura, di cui il 47% proviene dalla fermentazione enterica (processo digestivo che produce gas di scarto), il 18,8% dalla gestione delle deiezioni e il 27,6% dai suoli agricoli per le coltivazioni.
3. Consumo di risorse idriche
L'irrigazione dei pascoli, l'acqua necessaria per gli animalie il processo di concia della pelle sono tutti fattori che contribuiscono a un elevato consumo idrico.
Inoltre, in molte aree del mondo, l'acqua è una risorsa scarsa e il suo uso eccessivo può avere gravi impatti sulle comunità locali e sugli ecosistemi.
4. Inquinamento da sostanze chimiche
Il processo di concia delle pelli utilizza numerose sostanze chimiche tossiche, come il cromo, che possono contaminare l'acqua e il suolo. Questo tipo di inquinamento rappresenta un grave rischio per la salute umana e per l'ambiente.
Spesso, i residui chimici di questi processi vengono smaltiti in modo inadeguato, contribuendo all'inquinamento delle risorse idriche locali.
5. Rifiuti solidi
La produzione di pelli genera una quantità significativa di rifiuti solidi, inclusi ritagli di pelle e altri sottoprodotti. La gestione e lo smaltimento di questi rifiuti possono rappresentare ulteriori sfide ambientali.
6. Benessere degli animali
Anche se non è direttamente un problema ambientale, il trattamento degli animali nell'industria della pelle è una questione etica che ha implicazioni ambientali.
Alla vera pelle c’è un’alternativa: tutti i possibili materiali vegan
L’industria conciaria così com’è non è più sostenibile. Una possibile soluzione sarebbe adottare delle innovazioni nel processo di concia, come l'uso di sostanze chimiche meno tossiche e tecniche di concia vegetale, generando quella che viene definita ecopelle. Ma anche l’ecopelle non priva di criticità: ha un prezzo abbastanza elevato, richiede una manutenzione costante e non va esposta alla luce affinché il suo aspetto rimanga inalterato.
Inoltre questo settore dovrebbe attingere da allevamenti che adottano pratiche etiche e sostenibili, come l'adozione di tecniche di gestione del suolo innovative, la riduzione delle emissioni di metano attraverso l'alimentazione e la gestione degli effluenti.
Tuttavia queste sono pratiche che il settore conciario fa fatica ad inserire e rimane la questione etica della sofferenza animale negli allevamenti intensivi. Per questo la ricerca si sta muovendo verso nuove prospettive che escludono del tutto la vera pelle in favore di materiali vegan.
I materiali vegani, noti anche come alternative cruelty-free o materiali cruelty-free, sono sviluppati per imitare le caratteristiche della pelle senza utilizzare componenti animali o comunque sostituire questa nei suoi tradizionali utilizzi.
Negli anni la ricerca ha creato:
- Pelle di ananas (Piñatex): derivata dalle fibre delle foglie di ananas, Piñatex è una delle alternative più popolari alla pelle animale;
- Pelle di cactus (Desserto): realizzata dalle foglie del cactus Nopal;
- Pelle di mela(Apple Leather): prodotta utilizzando scarti di mela, come bucce e torsoli, questa pelle sintetica è una scelta sostenibile e innovativa;
- Pelle di funghi (Mylo): realizzata dal micelio dei funghi;
- Pelle di sughero: derivata dalla corteccia degli alberi di sughero, utilizzato per creare accessori e scarpe;
- Pelle di cocco: derivata dalle fibre di cocco;
- Pelle di vino (Vegea): realizzata con gli scarti della produzione vinicola, come bucce, semi e gambi d'uva.
Un grande vantaggio della pelle vegetale è che, utilizzando scarti agricoli e materiali riciclati, contribuisce a una gestione più sostenibile dei rifiuti.
2. Materiali sintetici eco-friendly:
- Poliuretano (PU): una delle alternative più comuni alla pelle. Sebbene sia un materiale sintetico derivato dal petrolio, nuove varianti più eco-friendly utilizzano meno solventi chimici e sono progettate per essere più sostenibili. Spesso viene utilizzato come legante nelle pelli vegetali;
- PVC (polivinilcloruro): materiale plastico ampiamente utilizzato in diverse applicazioni, tra cui edilizia, tubazioni, rivestimenti, imballaggi e prodotti di consumo. Il suo utilizzo è entrato anche nel mondo della moda.
- Microfibra: utilizzata per produrre tessuti che imitano la pelle e la seta, le versioni più ecologiche possono essere prodotte da materiali riciclati.
Molti di questi materiali offrono prestazioni superiori in termini di resistenza e durata, rendendoli adatti a una vasta gamma di applicazioni nella moda e non solo.
L’utilizzo di ognuno di questi materiali comporta sia benefici che limitazioni che bisogna valutare attentamente, senza smettere di credere nell'innovazione sostenibile del settore della moda.
La nostra soluzione
Dopo mesi di ricerca e sperimentazioni sui vari materiali sopra riportati, abbiamo optato per la pelle sintetica e principalmente per il telone camion in pvc. La singolarità dell’utilizzo del telone caratterizza particolarmente l’identità del nostro brand ed sottolineato anche nel nome: Paul, per l’appunto, Meccanico.
Abbiamo scelto il telone camion perché, al contrario delle pelli vegetali ed altri materiali sintetici:
- In alcuni casi, proviene in parte da materiali riciclati;
- Altamente resistente e performante: resiste, agli agenti atmosferici e agli sbalzi di temperatura (può arrivare a -30 gradi o a +70 gradi), alla trazione meccanica, alle lacerazioni e alla piegatura;
- Dura nel tempo per i motivi riportati nel punto sovrastante, si può utilizzare lo stesso prodotto per anni senza che si rovini;
- Totalmente impermeabile, qualità importate quando si parla di borse, zaini e borsoni;
- Supporta benissimo la stampa digitale;
- È completamente riciclabile;
- Facili da pulire.
Quando abbiamo deciso di differenziare le nostre collezioni e affiancare all’underground anche dei modelli dallo stile più glamour, abbiamo scelto di utilizzare la pelle sintetica martellata, un materiale composto da strati di resine al poliuretano.
Nel 2016 abbiamo anche ottenuto la certificazione Animal Free Fashion come azienda di moda impegnata nella salvaguardia degli animali e nella diffusione di un modello produttivo etico e sostenibile.
Abbiamo scartato le pelli vegetali perché a nostro parere sono troppo poco resistenti, compromettendo la durabilità del prodotto.
Lo studio “Trend Alternatives for Leather”, condotto dall’istutito indipendente di ricerca FILK, che è possibile consultare su MDPI, ha analizzato i campioni di una serie di materiali alternativi alla pelle, in particolar modo le pelli vegetali, con lo scopo di verificarne le proprietà tecniche. Questo studio è giunto alle seguenti conclusioni: i materiali analizzati non avevano tutte le caratteristiche prestazionali della pelle, a partire dalla resistenza alla rottura e allo strappo. Anche i test relativi all’assorbimento del vapore acqueo e alla relativa permeabilità hanno ottenuto punteggi significativamente inferiori alla pelle. Questo è un elemento importante se il prodotto deve essere usato non solo per una stagione ma nel tempo.
Inoltre, la sostenibilità di queste pelli vegetali può essere messa in dubbio: la percentuale del materiale vegetale è bassissima, risultano composti per la maggior parte da sostanze sintetiche, fra cui il poliuretano. L’aggiunta di questi legati costituisce un processo chimico detto concia vegetaleche ne migliora le qualità ma può avere impatti ambientali negativi.
Un altro fattore che non bisogna sottovalutare è la catena di approvvigionamento di queste materie prime vegetali: esse prevedono l’uso di risorse agricole, per questo bisogna tener conto della sostenibilità delle tecniche di coltivazione, delle condizioni di lavoro degli agricoltori e l’impatto di queste coltivazioni sulle comunità locali.
Per i motivi sopra riportati, i materiali che abbiamo scelto, nonostante la derivazione di agenti petrolchimici, sono risultati, ai nostri occhi, i migliori che potessero coniugare qualità, resistenza e una certa sostenibilità. Ma alcuni consumatori possono percepire erroneamente questi materiali come inferiori rispetto alla pelle animale in termini di qualità o prestigio, perché materiali plastici. Per questo siamo consci che serve una continua e massiccia informazione in termini di materiali e sostenibilità nei confronti dei consumatori.
Ci teniamo a specificare che i materiali da noi utilizzati sono 100% made in Italy e non d’importazione.
Tuttavia, sappiamo che la ricerca sta lavorando per creare nuovi materiali innovativi che siano ancora più performanti, durevoli e sostenibili, per questo restiamo aperti a nuove prospettive: chissà, forse un giorno Paul Meccanico potrebbe produrre le sue borse e accessori con un nuovo materiale.
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